Morbo di Parkinson |
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Morbo di
Parkinson Eziopatogenesi - Diagnosi eziologica - Trattamento.
Obbiettivi: eziopatogenesi - trattamento. Soggetti, metodi, risultati: In cinque pazienti su cinque con Parkinson definito ed in
un paziente in cui prima è stata posta diagnosi di Parkinson e, dieci anni dopo,
di Sclerosi Laterale Amiotrofica, la ricerca degli anticorpi anti Bordetella (Diagnosi
eziologica in: www.domenicofiore.it
) è risultata nettamente positiva. Discussione: La melanina (MN) è costituita da dopamina che, copolimerizzando con gruppi
ciclici conteneti zolfo, forma "granuli di pigmento proteico insolubile " (melanosomi); la neuromelanina
(NM), contenuta nei neuroni pigmentati, è polimero melaninico inglobato
in una matrice glico-lipidica; all'esame istologico: nei mesencefali
parkinsoniani, attorno ai neuroni, nei granulociti e nei macrofagi affluiti attorno
ai neuroni, si trova un pigmento di natura proteica, insolubile e resistente alle
proteasi (www.arpnet.it/aip/ricerca.htm). Nel Parkinson, nei nuclei del "Tronco" si trova
«melanina extracellulare o all'interno
dei macrofagi e delle cellule gliali (Giovannini
P.: Il morbo di Parkinson. Il Pensiero
Scientifico. Roma, 1994. 32 ) ». Essendo la neuromelanina un polimero melaninico, per analogia con il più classico dei polimeri
fisiologici (il glicogeno), dobbiamo aspettarci che, nei neuroni che utilizzano
come neurotrasmettitore la dopamina, la neuromelanina abbia il ruolo fisiologico
di "deposito" di dopamina pronta (utilizzabile al bisogno, senza doverla
sintetizzare di volta in volta). La sostanziale identità di struttura chimico-fisica
della melanina e della neuromelanina (melanina inglobata in matrice glico-lipidica)
dimostra che i neuroni pigmentati della Substantia Nigra (SN) fagocitano dall'esterno
la melanina e la inglobano in una matrice glico-lipidica. Attribuendo alla NM
il ruolo di "deposito di dopamina pronta all'uso", abbiamo anche la
spiegazione del perché neuromelanina si depositi solo in certe cellule (quelle che utilizzano la dopamina
come neurotrasmettitore) e non in tutti
i neuroni del SNC. In una tossi-infezione cronica da Bordetelle:
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La Tossina Pertussica: fissandosi
ai neuroepiteli (Dominio-B), ostacola meccanicamente l'ingresso nella cellula
dei melanosomi; ADP-ribosilando la Proteina G-inibitrice e attivando le Fosfolipasi
(Dominio-A), interferisce, tra l'altro, sulle funzioni fisiologiche degli endocannabinoidi endogeni e sui canali ionici transmembrana.
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L'Adenilatociclasi Pertussica,
fissandosi al GM1 (recettore di membrana dei neuroepiteli), ostacola meccanicamente
l'ingresso nella cellula dei melanosomi; con meccanismo sconosciuto, ne inibisce
la fagocitosi.
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La Tossina Citotracheale inibendo
l'ATPasi, impedisce l'utilizzo dell'energia (ATP Û
ADP) e gli scambi ionici transmembrana.
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Il Fattore di Pillemer si fissa
irreversibilmente agli "stromi" dei neuroepiteli. Conclusione.
Le tossine delle Bordetelle: fissandosi alla superficie dei
neuroni, ostacolano meccanicamente e specificamente la fagocitosi della melanina;
inibendo l'ATPasi, impediscono l'utilizzo dell'energia (ATP Û
ADP) e gli scambi ionici transmembrana; fissandosi al citoscheletro, formano
i "Corpi di Lewy".
Nel Parkinson:
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prima, viene impedito l'assorbimento
dei melanosoni e l'autoassemblaggio della Neuromelanina intracellulare (depigmentazione
dei neuroni della SN e deficit di dopamina);
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poi, si arriva alla morte dei
neuroni intossicati (depauperamento neuronale) e alla formazione dei "Corpi
di Lewy" (masse di filamenti del citoscheletro, antigenicamente differenti dalla degenerazione
neurofibrillare dell'Alzheimer).
Trattamento: "Eritrocina
a lungo termine" in www.domenicofiore.it |
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