SCLEROSI MULTIPLA E BARRIERA MUCO-CILIARE
La SM è una malattia tossi-infettiva da difetto di barriera.
Il fattore ambientale è costituito dalle Bordetelle; il fattore
individuale è costituito da un difetto di barriera che, a seguito
di una reinfezione, consente al B. Pertussis una sopravvivenza protratta
o la colonizzazione stabile della mucosa delle prime vie respiratorie.
Il difetto di barriera può essere:
- della barriera muco-ciliare;
- delle difese antibatteriche aspecifiche locali.
Difetti della barriera muco-ciliare (BMC)
Il difetto della barriera muco-ciliare può essere primitivo o secondario, transitorio
o permanente. Le cause principali sono:
-
deficit di IgA-secretorie;
-
malattie acute, soprattutto virali, delle prime vie respiratorie;-
rino-sinusiti croniche;
-
sindrome delle ciglia immobili (sintesi in “Zitelli B.J – Davis H.W.: Atlante
di Diagnosi Clinica in Pediatria. Mosby Italia. 1998. 108”).
Il ruolo fisiologico delle IgA-S nella lotta antibatterica consiste in
un’azione di neutralizzazione e di anti-adesione dei batteri alle cellule
epiteliali. Il deficit di IgA-S può essere primitivo o secondario.
Il deficit primitivo si può avere anche in presenza di livelli sierici
di IgA normali per difetto del gene secretore. Un deficit secondario transitorio
si può avere nelle malattie acute, soprattutto virali, che coinvolgono
le vie respiratorie. La relazione SM – Malattie acute delle prime vie respiratorie
è di osservazione tanto frequente da indurre i ricercatori ad ipotizzare
il coinvolgimento eziologico di tutti i virus noti (finora tutti assolti).
Un deficit secondario localizzato si può avere nelle infezioni
croniche che alterino l’epitelio (produttore del frammento SC) e la sottomucosa
(sede dei linfociti B produttori di IgA) ( vedi nota 1 ). Nella SM, il distretto danneggiato
dalla flogosi cronica, quindi con deficit secondario locale di IgA-S, è
quello rino-sinusale; nessun deficit di IgA-S salivari, quindi primitivo,
è emerso nei 10 pazienti SM che ho potuto studiare da questo punto
di vista. L’associazione SM – Sinusiti croniche è ampiamente docomentata
in letteratura. Una rino-sinusite cronica, spesso asintomatica ed ignorata,
è presente nella stragrande maggioranza dei casi da me studiati.
Le alterazioni anatomo-funzionali che le rino-sinusiti croniche provocano
sulla mucosa e sulla sottomucosa portano ad una maggior permeabilità
locale alle endotossine pertussiche e, soprattuto, ad un difetto della
funzione difensiva specifica (IgA-S) e aspecifica della mucosa.
Difetti delle difese antibetteriche aspecifiche
Il deficit nelle difese antibatteriche aspecifiche è molto importante,
perché nel soggetto sano la difesa anti-Bordetelle è affidata
quasi esclusivamente ai granulociti ( vedi nota 2 ) (gli anticorpi anti-BB
non sono neutralizzanti). In teoria, qualsiasi difetto della fagocitosi
può permettere alle BB una sopravvivenza protratta o cronica sulle
mucose delle prime vie respiratorie. Rimandando per i principi generali
a “M. La Placa” ( vedi nota 3 ), ricordo che la fagocitosi comprende: chemiotassi;
opsonizzazione e aderenza; inglobamento e ingestione; uccisione e digestione;
esocitosi.
- Difetto della Chemiotassi. Sappiamo che l’istamina è un potente
inibitore della chemiotassi leucocitaria e del rilascio degli enzimi lisosomiali
da parte dei neutrofili 4 e che le BB producono un “Fattore sensibilizzante
all’istamina (HSF)”. Questo significa che la tossina HSF delle BB esalta
l’azione inibente che l’istamina (rilasciata in sede di reazione infiammatoria
sottomucosa) esercita sulla chemiotassi e sul rilascio degli enzimi lisosomiali
leucocitari, rendendo meno efficace la difesa aspecifica granulocitaria
sottomucosa (che dovrebbe intervenire “a copertura” della barriera muco-ciliare).
- Deficit di Mieloperossidasi. Avendo trovato occasionalmente in alcuni
pazienti SM un deficit di mieloperossidasi (MPO), ho fermato la mia attenzione
su questo difetto.
«Il fagocita, per uccidere il batterio fagocitato, ha a disposizione
numerosi meccanismi di cui il principale vede in un ruolo centrale l’enzima
mieloperossidasi ( vedi nota 5 ) ». «L’uccisione dei batteri fagocitati
e la digestione del materiale fagocitato richiedono la degranulazione e
l’attivazione del metabolismo ossidativo con formazione di derivati reattivi
della riduzione parziale dell’ossigeno 6 ». Le reazioni chimiche
di questa catena ossidativa portano alla produzione di acido ipocloroso
(HOCl), che, in presenza di mieloperossidasi, è il principale responsabile
dell’effetto citolitico (uccisione dei batteri fagocitati) 6. «Alcuni
batteri , per il possesso di enzimi (superossidodismutasi, catalasi) in
grado di inattivare i principali composti ossigenati che consentono il
funzionamento del sistema mieloperossidasico o che ne rappresentano i principali
prodotti tossici, sono in grado di sopravvivere all’interno del fagocita,
moltiplicandovisi e portandolo a morte ( vedi nota 3 ) ».
Il deficit congenito
di MPO, ereditato con modalità autosomica-recessiva ogni 1500 ?
2000 individui ( vedi note 7, 8 ), può decorrere del tutto asintomatico
o associato ad abnorme suscettibilità alle infezioni da Candida
albicans. Esistono anche forme acquisite di deficit di MPO (nella leucemie
mielomonocitica e nella leucemie mieloblastica acuta). Il dapsone e i sulfoni
inibiscono anche la produzione mieloperossidasi-mediata di acido ipocloroso
(varechina) da parte dei neutrofili ( vedi nota 7 ). Nel deficit isolato di MPO
la batteriocidia non è del tutto assente, ma ritardata; i microrganismi
fagocitati sopravvivono all’interno delle cellule, diventando (in questa
fase) inaccessibili agli anticorpi ed agli antibiotici ( vedi nota 9 ).
La diagnosi di deficit di MPO si basa sulla colorazione istochimica per
la MPO di uno striscio di sangue periferico: con il nitroblu di tetrazolio
( vedi nota 10 ), i granulociti dei soggetti con il deficit non si colorano (tale
metodica permette anche la diagnosi prenatale ( vedi nota 9 )); fra i test di
funzionalità granulocitaria, è alterata la cinetica della
batteriocidia, abnormemente ritardata ( vedi nota 11 ).
Nei pazienti SM:
-
il danno anatomo-funzionale della mucosa e della sottomucosa, prodotto
da affezioni acute (soprattutto virali) e croniche delle prime vie respiratorie,
comporta difetto locale di IgA-S (facilitazione dell’aderenza batterica
alle cellule epiteliali; difetto di aderenza dei fagociti ai batteri) e
difetto della protezione aspecifica muco-ciliare;
-
la tossina pertussica HSF (fattore sensibilizzante all’istamina) inibisce
la chemiotassi granulocitaria e monocitaria, riducendo l’afflusso e l’attivazione
dei granulociti e dei monociti; inibisce il rilascio degli enzimi lisosomiali
da parte dei fagociti comunque pervenuti in sede di lesione;
-
il deficit di mieloperossidasi ritarda l’uccisione dei batteri fagocitati;
le azioni enzimatiche specifiche della Tossina Pertussica (PT, o LPF),
rilasciata all’interno del fagocita, riducono ulteriormente il potere battericida
del fagocita; il batterio fagocitato, fino a quando batterio o fagocita
non muoiono, è sottratto all’azione degli anticorpi e degli antibiotici.
Per il realizzarsi di uno o più di questi fattori individuali, dopo
una reinfezione le BB vengono eliminate in ritardo (SM R-R) o finiscono
per colonizzare le mucose rino-sinusali (SM cronica-progressiva). Quindi:
nei pazienti SM, per capire meglio la cronicizzazione della malattia e
prevedere di massima quali siano i pazienti a rischio di cronicizzazione,
andrebbe ricercato anche il deficit di mieloperossidasi.
Note bibliografiche:
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- Folco G. - Sala A. : Infiammazione. Fondazione Giovanni Lorenzini. 1994. 15-16.
- M. La Placa: Principi di Microbiologia Medica - Editrice Esculapio - Bologna, 1995. 170-171.
- Dammacco F.: Immunologia in Medicina. Edi-ermes, Milano 1989. 66.
- "Harrison": Principi di Medicina Interna. McGraw-Hill Italia. 1995. 387, 388t.
- Ferrero M.E.: Manuale di Immunopatologia. Ferro Edizioni, Milano 1991. 80.
- Dammacco F.: Immunologia in Medicina. Edi-ermes, Milano 1989. 370-371.
- Wallach J.: Interpretazione dei test di Laboratorio. Raffaello Cortina Editrice - Maggioni Farmaceutici. 1986. 113-115.
- Dammacco F.: Immunologia in Medicina. Edi-ermes, Milano 1989. 377.
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