TOLLERANZA CONGENITA EREDITATA
e trapianti d'organo
Pubblicato da "EOS" Rivista di Immuologia e Immunofarmacologia, Vol.
XXII - 2002 - n. 2. 40-43.
Le leggi di istocompatibilità generale (HC) dicono che anche una sola
differenza nel Complesso Maggiore d'HC porta a rigetto rapido del trapianto; la
3a legge di Snell dice che trapianti da un genitore (A o B) ad un ibrido F1(AxB)
(quindi, tra individui HLA identici solo a metà) non sono rigettati (
vedi nota 1 ). Snell, premio Nobel 1980, codificò
le sue leggi senza saperne spiegare i meccanismi soggiacenti. In realtà,
la contraddizione è solo apparente. Un embrione diventa definitivamente
tollerante per qualsiasi antigene (Ag) estraneo col quale venga a contatto durante
lo sviluppo. Questo particolare tipo di tolleranza immunologica è stato
ampiamente dimostrato da: Owen (chimerismo eritrocitario nei bovini); Medawar
(le chimere eritrocitarie possono scambiarsi anche trapianti cutanei; iniettando
in embrioni di topi CBA cellule di rene, testicolo o milza del ceppo A, i topi
CBA diventati adulti tollerano trapianti di cute dal ceppo A); Triplett (accettazione
o rigetto della propria ghiandola pineale nella rana adulta, dopo asportazione
parziale o totale della ghiandola stessa alla nascita)
( vedi nota 2 ). Nell'ovulo fecondato ci
sono gli Ags paterni introdotti dallo spermatozoo, gli Ags cellulari materni +
gli Ags delle sostanze immagazzinate come `vitello`.
L`embrione umano ( vedi note 3, 4 ) trae
nutrimento prima dal "latte uterino", poi dal sangue materno, che arriva
al feto attraverso i vasi neoformatisi nella parete del Sacco Vitellino (SV).
Il contenuto del SV (tuorlo e filtrato placentare) non viene consumato come nutrimento,
perciò agisce da stimolo antigenico almeno fino al V-VI mese, spesso fino
alla nascita (persistenza di residui del SV nell'Uomo). I capostipiti delle cellule
immunocompetenti compaiono verso il 20° giorno di vita embrionale nella parete
del SV e vengono a diretto contatto con gli Ags in esso contenuti. L'appendice
ciecale, organo linfoide dimostrabile nell'embrione umano di 6 settimane,
comunica ampiamente col SV. L'emopoiesi intra-embrionale avviene (dal 2° mese)
nel Fegato, che comunica ancora col SV. Per tutti questi "contatti"
le cellule immunocompetenti dell'embrione diventano tolleranti verso tutti gli
Ags-HC dei genitori, anche quelli non trasmessi geneticamente.
Si ha la TOLLERANZA CONGENITA EREDITATA, non ereditaria,
o TCE ( vedi nota 5 ).
Indicando per quali Ags parentali ogni figlio è diventato tollerante
in embrione, da genitori HLA.AB x HLA.CD derivano (prima generazione filiale =
F1):
F1AC-Tabcd; F1AD-Tabcd; F1BC-Tabcd; F1BD-Tabcd
(in cui T indica gli Ags tollerati per TCE). Si spiega e si conferma la validità
universale della 3a legge di Snell.
La 4a legge di Snel richiede che si sviluppino le generazioni F1 e F2 con l'indicazione
degli antigeni accettati per TCE. In tabella si vede che il trapianto da un progenitore
AB ad un ibrido F2 sarà accettato solo da quell'ibrido F2 che dai genotori
avrà acquisito tolleranza per entrambi gli aplotipi del nonno (o della
nonna) AB.
La quinta legge di Snell dice che i trapianti da topi F2 (seconda generazione
filiale) a topi F1 non sono rigettati. Da F1AB x F1CD possiamo avere: F2AC, F2AD,
F2BC, F2BD. Per le leggi di istocompatibilità generale F2AC, F2AD, F2BC,
F2BD non dovrebbero essere accettati da F1AB e da F1CD perché in ognuno
degli F2 c'è sempre un aplotipo differente. Invece, per la TCE, gli F1
sono in realtà F1AB-Tabcd, F1CD-Tabcd (sono tolleranti per gli antigeni
A-B-C-D dei genitori) e accettano trapianti da F2AC, da F2AD, da F2BC e da F2BD,
come vuole la 5a legge di Snell.
Discussione
Le leggi di Snell sono state ricavate in topi inbred (inbred si dice di un animale
derivante da incroci selettivi di animali consanguinei) e postulano una trasmissione
teorica di aplotipi "fissi".
In natura, durante la meiosi, il corredo cromosomico viene più o meno ampiamente
rimaneggiato. Negli aplotipi HLA, oltre ai crossing-over ed agli squilibri di
legame, si hanno ricombinazioni nell`1% dei casi. Variazioni genetiche possono
aversi anche nei numerosi altri "sistemi minori" di istocompatibilità
(una trantina nei topi).
I geni per proteine di superficie (non HLA) di linfociti, neutrofili e piastrine;
i geni per la b2-microglobulina (catena leggera delle molecole HLA); i geni per
le immunoglobuline (quelle di superficie sono marcatori specifici delle cellule
immunocompetenti) sono dislocati nell`Uomo ( vedi nota
6 ) su almeno 12 cromosomi (oltre il 6°, portatore del MCH).
Dobbiamo aspettarci che A, B, C, D parentali diventino nei figli:
A1-n ; B1-n ; C1-n ; D1-n (in cui 1-n esprime numero e qualità di variazioni
genetiche intervenute rispetto al genoma parentale). Per variazione genetica =
0 (zero), genitori AB x CD avrebbero i figli F1AC-Tabcd, F1AD-Tabcd, F1BC-Tabcd,
F1BD-Tabcd, con ampia possibilità di tolleranza tra fratelli. Precisando
la variazione genetica intervenuta nel genoma (Tabella alla fine del testo), vediamo
che nella realtà la TCE comprende tutti gli Ags-HC dei genitori come sono
realmente espressi, per cui un genitore non sarà rigettato da un figlio;
mentre nella fratria la tolleranza non sarà mai totale per la diversa espressione,
nei figli, del corredo cromosomico parentale. Nell`Uomo, la TCE è stata
confermata nel 90 % dei casi in bambini normali e leucemici e nel 66 % in talassemici
(reattività naturale modificata dalle politrasfusioni) ed è stato
confermato che nell`ambito della famiglia più tollerata è la madre
( vedi nota 7 ) . Il 30/04/2001, il Prof.
Guido Lucarelli, Direttore del Centro Trapianti di Midollo Osseo di Muraglia (Pesaro),
confermava che: " su 45 bambini leucemici in recidiva avanzata, trapiantati
con midollo osseo da madre aploidentica, 23 % sono vivi guariti. L'attecchimento
è stato del 100 % ".
Per la TCE, nei trapianti da madre a figlio non ci sarà rigetto, ma
potrà insorgere una reazione del trapianto contro l'ospite (GvHr). Questa
reazione consiste nell'aggressione dei tessuti dell'ospite (milza, cute, apparato
gastro-enterico, polmoni, fegato) da parte dei linfociti-T del donatore. La GvHr
si può considerare "l'inverso" del rigetto: l'aggressione delle
cellule immunocompetenti del donatore ai tessuti dell'ospite, quando questo, per
ragioni immunologiche o genetiche, sia incapace di difendersi (rigettarle). La
TCE si può considerare una immunodepressione antigene-specifica, cioè
elettiva nei confronti degli antigeni HLA dei genitori (della madre in particolare);
perciò, nei trapianti da madre a figlio, questo (diventato tollerante nei
confronti della madre per TCE) si comporterà come fosse immunodepresso:
sarà esposto a probabile GvHr.
Rinviando per dettagli all'Harrison ( vedi nota 8
) , ricordo che: - in circa la metà dei casi dei trapianti di
midolo osseo da fratello HLA-identico si sviluppa una GvHr acuta, da modesta a
grave; - una GvHr cronica insorge, dopo trapianto di midollo osseo da fratello
HLA-identico, in un quarto dei trapiantati che sopravvivano cento giorni. Allo
stato attuale, dunque, la reazione del trapianto contro l'ospite costituisce ancora
un ostacolo alla "libertà" di trapiantare da donatore HLA-identico.
Responsabili (artefici) della GvHr sono i Linfociti-T maturi del donatore, non
le cellule " pre-T " o loro precursori ( vedi
nota 9 ). Il trattamento in vitro delle cellule midollari (del donatore)
con un anticorpo monoclonale anti-T, seguito da iniezione dello stesso anticorpo
in vivo (nel ricevente) si è dimostrata la più efficace metodica
di prevenzione della GvHr ( vedi nota 9 ).
Nei trapianti da madre a figlio:
· rivalutando le esperienze di Medawar e il "fenomeno di Billingham-Sparrow
( vedi nota 2 ) ;
· sapendo che trofoblasto, eritrociti e linfociti fetali penetrano spesso
nel circolo materno ( vedi nota 2 )
· precisando che linfociti fetali passano nel sangue materno dalla 14a
settimana di vita fetale ( vedi nota 3 )
;
· sapendo che "forti dosi di antigeni tendono ad indurre tolleranza,
ma
curiosamente
quantità piccolissime possono fare altrettanto
( vedi nota 2 )";
possiamo aspettarci che, sotto momentanea copertura di immunosoppressori, piccolissime
trasfusioni di sangue o di midollo osseo (pre-trattati con anticorpi monoclonali
anti-T) dal figlio (candidato ricevente) alla madre (donatore sempre tollerato),
dovrebbero indurre un chimerismo sufficiente ad impedire l'insorgenza della GvHr.
Per le importanti implicazioni pratiche ("I soggetti che sopravvivono a lungo
in buona salute (dopo un trapianto di midollo osseo) sono veri individui "chimerici"
( vedi nota 8 )", questa ipotesi andrebbe
seriamente verificata.
Torniamo alle leggi di Snell ed alla TCE.
Le leggi di istocompatibilità generale e la 3a legge di Snell sono in apparente
contraddizione perchè arbitrariamente riferite ad un evento non naturale,
il trapianto d`organo. In natura, le leggi di istocompatibilità generale
rispondono all`esigenza primordiale di differenziare il "sè"
di un individuo dal "non-sè" del mondo esterno. Già dal
primo gradino del Subphylum (Lampreda e Missine), tutti i Vertebrati adulti sono
capaci di rigetto ( vedi nota 10 ) . Fino
a quando il nutrimento dell`embrione viene fornito dal medium esterno (ambiente
acqueo) o dal materiale di riserva racchiuso nell`uovo (vitello), le leggi di
istocompatibilità generale bastano a garantire la differenziazione e la
sopravvivenza dell`individuo: non hanno eccezioni. Se per esigenze nutritive e
di maturazione l`embrione deve rimanere a contatto con i tessuti materni anche
dopo aver raggiunto la piena capacità di reazione immunitaria (nell`Uomo
( vedi nota 11 ) il feto è capace
di rigetto dalla 22a settimana di vita fetale), occorre che una nuova legge regoli
i rapporti immunologici tra madre e figlio. Si tratta di un evento biologico nuovo,
completamente diverso dalla primordiale differenziazione individuale; il feto
non deve aggredire immunologicamente la madre, altrimenti si preclude la possibilità
di maturare e nascere: compare la Tolloranza Congenita Ereditata, non ereditaria
( vedi nota 5 ).
Inserendo i fenomeni osservati nel quadro generale della Evoluzione animale,
si vede che il comportamento 'irregolare' dei trapianti da genitore a figlio rappresenta
un aspetto particolare, un artificio sperimentale, del fenomeno biologico fondamentale
che, nella Scala Biologica, permette il passaggio dai Mammiferi Prototerii (ovipari)
ai Mammiferi Euterii (vivipari) ( vedi nota 5 ).
Tenendo presenti i caratteri anatomo-funzionali delle placente ed il diverso grado
di sviluppo immunologico fetale, vediamo che nei Mammiferi inferiori la gravidanza
è possibile sia perchè si hanno rapporti anatomo-funzionali che
non comportano contatti diretti tra le cellule immunocompetenti della madre e
del feto, sia per il ritardo con cui il nuovo individuo raggiunge la maturità
immunologica (la capacità di rigetto). Nei Roditori e nei Primati la placenta
emo-coriale costituisce un sito di possibile conflitto imunologico. Nel Topo,
il conflitto non si scatena perchè intervengono sia la TCE che la riferita
immaturità immunologica fetale. Nei Primati, la mancanza di dati sulla
capacità di rigetto durante la vita fetale e/o alla nascita non permette
una classificazione sistematica. Nell'Uomo, il feto è capace di reazione
immunitaria completa dalla ventiduesima settimana di vita fetale ( vedi
nota 11 ). Questo significa che si dovrebbe avere una reazione del
trapianto contro l`ospite, l`aggressione della madre da parte del feto; non sarebbero
possibili la procreazione e la continuazione della Specie: per consentirle, insorge
la Tolleranza Congenita Ereditata, non ereditaria.
Conclusioni
Tenendo conto delle variazioni genetiche meiotiche, dell`eredità materna
mitocondriale e della diversa intensità e durata dello stimolo antigenico
parentale, si deve concludere che:
nei trapianti d`organo il donatore teorico d`elezione è
la madre.
Implicazioni
In trapiantistica: la Tolleranza Congenita Ereditata propone una
soluzione al drammatico problema del donatore compatibile (in onco-ematologia
pediatrica, ad es. per trapianti di midollo osseo o di frazioni di fegato, perché
la madre è quasi sempre disponibile).
In Biologia generale vediamo che nei Mammiferi superiori, in particolare
nell`Uomo, la Tolleranza Congenita Ereditata permette la riproduzione e la conservazione
della Specie: la TCE consente, dalla parte del feto, l`unico trapianto naturale
che si conosca; spiega il "paradosso" della Natura ( vedi
nota 11 ), il più grande enigma della Natura ( vedi
nota 12 ): la gravidanza.
Leggi di Snell
Le leggi di Snell, basate sui risultati di trapianti realizzati in topi inbred
(ottenuti con molteplici combinazioni tra topi di ceppo puro), dicono che:
- i trapianti singenici non sono rigettati;
- gli allotrapianti sono rigettati;
- i trapianti da un genitore (A o B) ad un ibrido F1(A x B) non sono rigettati;
- i trapianti da un genitore (A) ad un ibrido F2 (discendente da due topi F1
accoppiati tra loro) o a topi derivanti dall'incrocio di ritorno con l'altro genitore
(F1-AxB e B) possono attacchire, ma in una percentuale di casi limitata;
- i trapianti di topi F2 (o di topi derivaanti da incrocio di ritorno) a topi
F1 non sono rigettati.
Fenomeno di Billingham-Sparrow
La spravvivenza dei trapianti cutanei nel coniglio può essere prolungata
mediante una precedente iniezione endovenosa di una sospensione di cellule epidermiche
isolate provenienti dal donatore. Un secondo trapianto può sopravvivere
anche più a lungo del primo.
TABELLA DELLA TCE
Terza e quinta legge di Snell (valide in animali singenici e per aplotipi
"fissi")
Da genitori AB x CD si hanno:
F1AC-Tabcd; F1AD-Tabcd; F1BC-Tabcd; F1BD-Tabcd;
Da genitori F1AC x F1AD si hanno:
F2AA-Tacad; F2AD-Tacad; F2CA-Tacad; F2CD-Tacad;
Da genitori F1AC x F1BC si hanno:
F2AB-Tacbc; F2AC-Tacbc; F2CB-Tacbc; F2CC-Tacbc.
Quarta legge di Snell (valida in animali singenici e per aplotipi "fissi")
Da genitori AB x CD si hanno:
F1AC; F1AD; F1BC; F1BD;
Da genitori F1AC x F1AD si hanno:
F2AA-Tacd; F2AD-Tacd; F2CA-Tacd; F2CD-Tacd;
e si vede che questi F2 non sono diventati tolleranti per il nonno (o la nonna)
AB.
Da genitori F1AC x F1BC si hanno:
F2AB-Tabc; F2AC-Tabc; F2CB-Tabc; F2CC-Tabc.
e si vede che questi F2 non sono diventati tolleranti per il nonno (o la nonna)
CD.
TOLLERANZA CONGENITA EREDITATA NELL'UOMO
(individui allogenici + eredità meterna mitocondriale + variazioni meiotiche)
Da genitori A0B0 (madre)
x C0D0 (padre) si possono
avere:
F1A1C1-Ta0b0c0d0;
F1A2D1-Ta0b0c0d0;
F1B1C2-Ta0b0c0d0;
F1B2D2-Ta0b0c0d0;
Da genitori F1A1C1 (madre)
x F1A2D1 (padre) si possono
avere:
F2A3A4-Ta1c1a2d1;
F2A5D3-Ta1c1a2d1;
F2C3A6-Ta1c1a2d1;
F2C4D4-Ta1c1a2d1;
Da genitori F1A1C1 (madre)
x F1B1C2 (padre) si possono
avere:
F2A7B3-Ta1c1b1c2;
F2A8C5-Ta1c1b1c2;
F2C6B4-Ta1c1b1c2;
F2C7C8-Ta1c1b1c2.
In grassetto, con caratteri minuscoli, sono indicati gli antigeni parentali
meglio tollerati per TCE.
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