Morbo di Parkinson |
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Nel sito italiano sulla malattia di Parkinson - www.Parkinson.it a fondo pagina si legge: Altri articoli... L'articolo dice: Endocannabinoidi e malattia di Parkinson JH (Intervistatore): Professore, Lei svolge
ricerche sugli endocannabinoidi. MM (Prof. Mauro Maccarrone): Sì. Abbiamo
svolto ricerche in un modello animale di malattia di Parkinson ed abbiamo
scoperto che un endocannabinoide, l'anandamide, aumenta nel sistema
nervoso centrale in presenza di lesioni parkinsoniane. Il dato è
stato confermato nella scimmia e poi noi lo abbiamo confermato anche
nel liquido cefalorachidiano di pazienti parkinsoniani non ancora trattati
farmacologicamente. JH: Questo che cosa significa ? MM: La nostra interpretazione è che l'aumento dell'anandamide rappresenti una difesa dell'organismo e che sia pertanto neuroprotettivo. Pensiamo che il miglioramento della sintomatologia venga conseguito tramite la capacità dell'anandamide di correggere lo squilibrio nei circuiti nervosi nello striato. L'ultima nostra scoperta è che l'anandamide riduce i livelli di un altro endocannabinoide che ha effetto opposto, ovvero effetti negativi sui circuiti nervosi - il 2-arachidinonoilglicerolo. JH: Allora gli inibitori della degradazione dell'anandamide potrebbero essere usati per la terapia della malattia di Parkinson? MM: In prospettiva noi pensiamo di sì.
Per esempio, potrebbero essere utili per compensare la progressiva perdita
di efficacia della levodopa nel tempo. Gli inibitori esistono già
e vengono già somministrati all'uomo nell'ambito di sperimentazioni
cliniche nell'ansia. Tuttavia, bisogna procedere con cautela, in quanto
bisogna valutare bene la loro tollerabilità. Un antagonista selettivo
dei recettori cannabici di tipo 1, il rimonabant, oltre ad essere efficace
nel promuovere la perdita di peso (circa 10% del peso corporeo in un
anno), causa depressione anche grave, a riprova della sua capacità
di influenzare circuiti nervosi. Bisogna inoltre valutare le ripercussioni
sulla fertilità, anche se ovviamente questo aspetto è
meno importante nel parkinsoniano, che generalmente non è più
giovane.
1. nei modelli sperimentali del Parkinson e nel liquido
cefalorachidiano di Pazienti affetti dalla malattia (non ancora trattati
farmacologicamente) è stato dimostrato un aumento degli endocannabinoidi Dal 2005 sto ripetendo che una tossina della Bordetella Pertussis (la Tossina Pertussica) stimola una patologica produzione di endocannabinoidi.
1. articolo su "Eziopatogenesi e Trattamento del
Parkinson" inviato al Prof. Pezzoli a marzo del 2005 - pubblicato
su Internet Dall'inizio del 2008 ho spiegato anche perchè i danni anatomopatologici caratteristici del Parkinson e dei Parkinsonismi si producono elettivamente in quei tessuti.
Gli esperimenti del Prof. Maccarrone confermano i risultati
delle mie ricerche. Nel m. di Parkinson: - Accertata la tossi-infezione da Bordetella Pertussis
(Diagnosi Eziologica), il trattamento razionale consisterà nel
trattamento antibiotico specifico (Eritrocina® a lungo termine). |
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